26.03.04

La lana era amianto

Ieri era 24 marzo, visto che oggi è 25. Ventottesimo anniversario del golpe del '76, e ne mancano almeno una trentina perché la società locale si metta d'accordo su quello che è successo o almeno capisca bene perché. Non voglio dire che io l'ho capito, eh, ma manco loro. Ieri cerimonia ufficiale col Presidente e famiglia nella famigerata esma, la scuola di meccanica della marina, in cui al piano di sopra insegnavano meccanica e nel sotterraneo interrogavano amabilmente i prigionieri, e che diventerà "museo della memoria". Per motivo di detta cerimonia, c'è stato il primo scazzo ufficiale di Mr. K. con buona parte del peronismo (in teoria, i suoi). Con la scusa che segue, tutti i governatori delle province importanti sono rimasti a casa loro. E' successo che la Bonafini col solito tatto ha ricordato che i metodi delle polizie provinciali non sono poi cambiati molto dall'epoca dei militari, e che se ci stanno questi qua, io non ci vengo. Kirchner non l'ha stoppata, e i govv. hanno comprato un po' di pubblicità (coi soldi nostri, immagino, ma questa di risolversi i problemi del partito e far pagare i contribuenti è una simpatica consuetudine) per dire che noi non si prende lezioni da nessuno e che quindi quelli che non ci vanno siamo noi. La colpa essendo, implicito, di quello che non ha contraddetto in pubblico l'alterata signora. Pare anche che Duhalde sia andato a trovarlo, a K., per esprimergli la perplessità de lo' muchacho'. In realtà sul mio personalissimo cartellino l'impressione è che i governors non aspettassero altro che una buona scusa per non presentarsi, almeno il nostro deve essere stato felice. Anche perché ha avuto occasione di fare un bel discorso qua per casa, in cui si è eretto a rappresentante dei perseguitati politici per dire una cosa ecumenica tipo "nei lunghi giorni di prigionia pregavo Dio che mi desse la forza di non portare rancore", ed eccomi qua. Non sarò l'Unto del Signore, ma ci parlo e mi dà retta. Dico che non ci volevano andare perché ho questa impressione che la cerimonia fosse nu poco troppo spostata "a sinistra" per loro e per il loro bacino elettorale. Ma di questo parliamo fra un po'.
Siccome poi i militari non erano abbastanza sfruculiati, una volta dentro la esma K. ha ordinato al capo dell'esercito di togliere i ritratti dei generali golpisti dalla parete apposita. Il generale ha preso la sediolina ci è salito sopra e ha staccato i quadri. Come risultato, oltre al solito borbottìo in tutte le caserme del paese, alcuni alti ufficiali fra cui il capo dell'intelligence hanno chiesto il passaggio a ritiro. Dice vabbè, tre di meno, non è un guaio, anzi. No, non è un guaio, il guaio è che un sacco di altri non se ne vanno ma mormorano. E lasciali mormorare. Sì e no. Siamo al discorso iniziale. L'idea è che è ancora opinione largamente condivisa nelle ffaa quella che dice "ragazzi, c'era una guerra, con qualcuno c'è un po' scappata la mano, ma avevamo le nostre buone ragioni, e abbiamo stoppato l'eversione" e da qui non c'è modo di farli schiodare; e come si diceva più su, è opinione condivisa in un sacco di altri ambiti - per esempio quello agricolo di cordoba sud, tanto per parlare di cose che uno tocca con mano. E non ho motivi per pensare che cordoba nord, est e ovest la pensino diversamente. D'altra parte se un tipo che si fa plebiscitare (e lo plebiscitano), intimidisce la stampa, si costruisce un parlamento regionale (e glielo lasciano fare) su misura, fa guerra aperta ai sindaci non allineati, dico se un tipo così è governatore per la seconda volta col 55% dei voti, vuol dire che l'autoritarismo in fondo non è un difetto così importante. E Còrdoba nel suo feudalesimo imperfetto è una delle tre-quattro province "migliori" del paese, ossia c'è di molto ma molto peggio.
Dall'altra parte, quella dei buoni, non è che siano tutte rose e fiori. La signora di cui sopra, ad esempio, e non è la sola, rivendica apertamente la lotta armata degli anni 70. Sulla questione in generale non è che ci sia tutta questa chiarezza. Il terrorismo di stato è inaccettabile, siamo d'accordo, e la sua gravità non è comparabile con quella della lotta armata "eversiva", e risiamo d'accordo. Oltretutto, nel merito, questi so' arrivati a sterminare i cognati degli amici dei presunti fiancheggiatori, non solo, ma c'è stato chi si faceva "regalare" case e terreni con la scusa di aiutare a sapere dove stava il desaparecido, per non parlare dei bebé cui hanno regalato una famiglia di sani principi - ormai erano orfani... Però sui metodi non ho avuto modo di sentire altro che evasive del tipo "recuperare gli ideali degli anni 70". Vabbè, gli ideali, bello. Ma i metodi? Perché mi pare di aver capito che il clima generale era che massì, si sparacchiava, ma in fondo era a fin di bene, e i ragazzi si vantavano in pubblico di avere ennemila persone in armi. Magari mi sbaglio, eh, io mica c'ero. Però se te fai la festicciola insieme a una che commemora i "caduti in battaglia" (la Hebe), almeno una parolina dilla. Se non altro perché già ti ritrovi un paio di chilometri più avanti (o a destra, o a sinistra, dove vuoi) rispetto alla società in cui (e di cui) campi (tra l'altro rifai lo stesso errore di trent'anni fa, quando c'era l'avanguardia popolare ma il popolo ndo stava), e allora già che stai così lontano mettici una cosetta non dico di sinistra, che sei peronista, ma almeno di civiltà riformista, che ti costa. Tanto se poco poco il mio governatore (per esempio) diventa per disgrazia presidente (due giorni, poi si proclama re del mondo), stai tranquillo che di notte qualcuno riattacca i quadri che hai staccato. Non è un caso che in questa città i capi militari dell'epoca siano sempre andati in giro senza problemi, cerimonie ufficiali comprese. In altre sono sindaci, o governatori, ancora oggi o fino a poco fa.

Escrito por marigold a las 26.03.04 03:06
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