20.06.04

Noi vogliamo sempre quella

L'ultima volta che sono andato in centro mi sono portato a spasso la macchinetta e sono tornato a casa con zero foto. Sono timido, ecco. Oggi invece mentro ero in fila al bancomat sulla piazza c'era un sacco di gente, un sacco di bandiere, e suonava l'inno nazionale (in real audio 5.0 +). E io sans machinette, come un deficiente. E' che domenica è la Giornata della Bandiera, e tutto il bailamme era per via dei ragazzini delle comunali che facevano la promessa alla bandiera medesima. Per uno cresciuto in Italia sotto la dominazione culturale comunista, sta cosa della promessa è cinese arcaico. Invece - sono rimasto a vedere - era anche una bella cerimonia, col sindaco, la giunta al completo, la banda, le maestre e i bambini (della quarta, la promessa si fa in quarta) coi loro grembiuli biaaaanchi. Come tutto ciò che attacca direttamente gli organi interni, specie i riti di passaggio, era pure commovente. Perché se ti metti a pensare col cervello invece che col peritoneo, sta cosa dei 9enni che promettono di onorare la bandiera, insomma... no? Ho pure applaudito, specialmente una maestrina di 1,60 per 45 kg. che sfilava sotto il cartello della scuola di uno dei due-tre quartieri "informali" più tosti di Còrdoba, uno di quelli che sullo stradario c'è il quadratino rosso e la scritta "Non sostare! Pericolo!" (è vero, non me lo sto inventando). Poi ho visto il marito della L., prof di ginnastica con fama di dongiovanni, che salutava e sorrideva a _tutte_ le colleghe, e la scena deamicisiana ha come dire, deviato la carica emotiva.

Escrito por marigold a las 20.06.04 01:17
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