01.12.05

Blackboard jungle, II

Ieri abbiamo saputo che nostra figlia va alla scuola dei drogati. Il padre di un ragazzino della secondaria ha chiamato uno dei telegiornali locali per lamentarsi amaramente della già prestigiosa Alig*ieri. Pare che il figlio sia un ragazzino introverso timido e magari pure mammone. Capirai, il bersaglio perfetto per la banda di teppistelli locale. Questi qua lo avrebbero preso di mira, e lo starebbero menando religiosamente a scadenze fisse. Le autorità scolastiche, secondo il padre, avrebbero preso provvedimenti la prima volta, e poi sempre ignorato le successive denunce. In particolare il casus belli sarebbe il rifiuto del ragazzo a consumare erba. Dai ciccio, famose no spino. No, grazie non mi piace. Allora te menamo. E su questo, più che sul teppismo per bande, sta rimestando il nostro progressivo media system. Stamattina stavano schierati - con valorose eccezioni, vedere p.e. l'impassibile articolo della Voz - tutti là davanti all'entrata, mentre dentro il direttore delle elementari - l'unico che non c'entra niente - approfittava per dare la sua versione dei fatti a un gruppo di genitori preoccupati. A parte tutte le considerazioni, ci sono due scarponcini (tipo gita nel bosco, marroni e religiosamente ingrassati) in cui non vorrei stare e sono quelli dell'agitatissimo padre. Se è andato alla tele è perché non vedeva altre vie d'uscita, ma stamattina mentre discuteva con non so che prof aveva l'aria di uno che pensava mi sa che non ho fatto la cosa giusta. Ovviamente la prof gli stava facendo notare con delicatezza che aveva violato il tabu numero uno, quello dei panni sporchi. Intanto stamattina una ragazzina ha riassunto con brillante capacità di sintesi e alto senso di convivenza civile la situazione per una radio: "La storia della droga è una balla. Quello che il padre non dice è che al figlio gli menano perché è un coglione."
Escrito por marigold a las 01.12.05 22:55
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